5 Le piaghe1 Es 7.8

21.11.2025

Questi due primi capitoli riguardanti le piaghe che il Signore, attraverso l'azione di Mosè e Aronne, infligge al faraone, racconta di una sfida potente per certi versi addirittura paritaria tra le forze del male, il faraone, e il bene rappresentato da Dio attraverso l'azione di Mosè.

Esodo7

1Il Signore disse a Mosè: «Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio per il faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. 2 Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché lasci partire gli Israeliti dal suo paese.

La preoccupazione di Mosè incapace a parlare in modo fluido è sanata dall'intervento di Dio che chiama Aronne il fratello maggiore di Mosè a far da portavoce. Dio parlerà con Mosè e Mosè riferirà ad Aronne e questi parlerà al faraone. Dio, lo abbiamo detto già svariate volte, non interviene mai in prima persona ma utilizza noi, gli uomini e le donne, Dio si serve sempre di mediatori.

3 Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d'Egitto.

Un particolare interessante, dice Dio: sarò io che indurendo il cuore del faraone farò sì che questi non lascerà partire subito il mio popolo ma questo sarà necessario affinché i miei segni diventino man mano che saranno realizzati sempre più a dimostrare senza ombra di dubbio la potenza assoluta di Dio contro il male. Una piccola riflessione che coinvolge credo e spero tutti noi; la MISERICORDIA di Dio per riconoscerne la presenza costante tra noi, dobbiamo precipitare nel fondo del nostro personale pozzo. Ne parlavamo la volta scorsa: si rende necessaria la sofferenza per comprendere dov'è la via d'uscita, la soluzione, il riscatto, che appunto sono la Misericordia e la Provvidenza. Attenzione però a non confondere la strada. Non è accettabile quella che viene chiamata teologia della sofferenza ovvero l'auto afflizione di sofferenza, le auto flagellazioni, gli svariati cilici, digiuni fino a morire. Dio ci ha fatti per essere uomini e donne liberi e gioiosi, gaudenti di tutte le meraviglie che abbiamo davanti ai nostri sensi. Sono le forze maligne, in una parola satana il diavolo o DIABOLUM in latino, che dal greco si traduce in accusatore, in divisore. IL DIVISORE, COLUI CHE PENETRA NELLA NOSTRA ANIMA CONFONDENDO LA VIA DEL BENE CON QUELLA DEL MALE.

4 Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l'Egitto e farò così uscire dal paese d'Egitto le mie schiere, il mio popolo degli Israeliti, con l'intervento di grandi castighi. 5 Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l'Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!».

6 Mosè e Aronne eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato; operarono esattamente così. 7 Mosè aveva ottant'anni e Aronne ottantatré, quando parlarono al faraone.

Questi ottanta anni di Mosè sono ovviamente simbolici. La vita di Mosè, che morirà a centoventi anni, è suddivisa in tre periodi, ne ha parlato don Pierfilippo un paio di giovedì fa partendo dal testo degli Atti degli Apostoli. Tre periodi, di quant'anni l'uno, il primo vissuto da credersi persona importante, istruita e sapiente, figlio adottivo della principessa quindi alla corte del faraone, i secondi quarant'anni a non contar nulla: pastore a Madian, e poi il terzo fino a raggiungere i centoventi anni ad essere la mano di Dio, strumento di liberazione. Conosciamo bene nella numerologia ebraica il valore del numero quattro e di tutti i suoi derivati 40, 400 non corrisponde a una quantità a un mero valore numerico ma a un cammino a un tempo simbolico il KAIROS che in greco si traduce in "momento giusto, opportuno, un momento supremo", semplificando: il tempo di Dio.

8 Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: 9 «Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!». 10 Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente. 11 Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa. 12 Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni. 13 Però il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.

Anche i maghi… Sta a significare che le forze diaboliche, il maligno non è uno scherzo o una favola per mettere paura ai bambini. Il male è potente, è attraente, è pervasivo.

14 Poi il Signore disse a Mosè: «Il cuore del faraone è irremovibile: si è rifiutato di lasciar partire il popolo. 15 Va' dal faraone al mattino quando uscirà verso le acque. Tu starai davanti a lui sulla riva del Nilo, tenendo in mano il bastone che si è cambiato in serpente. 16 Gli riferirai: Il Signore, il Dio degli Ebrei, mi ha inviato a dirti: lascia partire il mio popolo, perché possa servirmi nel deserto; ma tu finora non hai obbedito. 17 Dice il Signore: Da questo fatto saprai che io sono il Signore; ecco, con il bastone che ho in mano io batto un colpo sulle acque che sono nel Nilo: esse si muteranno in sangue. 18 I pesci che sono nel Nilo moriranno e il Nilo ne diventerà fetido, così che gli Egiziani non potranno più bere le acque del Nilo!». 19 Il Signore disse a Mosè: «Comanda ad Aronne: Prendi il tuo bastone e stendi la mano sulle acque degli Egiziani, sui loro fiumi, canali, stagni, e su tutte le loro raccolte di acqua; diventino sangue, e ci sia sangue in tutto il paese d'Egitto, perfino nei recipienti di legno e di pietra!».

20 Mosè e Aronne eseguirono quanto aveva ordinato il Signore: Aronne alzò il bastone e percosse le acque che erano nel Nilo sotto gli occhi del faraone e dei suoi servi. Tutte le acque che erano nel Nilo si mutarono in sangue. 21 I pesci che erano nel Nilo morirono e il Nilo ne divenne fetido, così che gli Egiziani non poterono più berne le acque. Vi fu sangue in tutto il paese d'Egitto.

Prima piaga un annuncio di morte, l'acqua e il sangue simbologia essenziale per dirci che dalla vita le acque potabili, i pesci ecc. al sangue ovvero alla morte.

22 Ma i maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa.

Interessantissima questa ripetizione che troveremo ancora. L'azione di Dio non è esclusiva, le forze del male, le forze diaboliche, sembra si equivalgano, fino a rendere apparentemente e provvisoriamente complicata, non risolutiva, in quanto inefficace, l'azione del Signore. Si tratta di un pensare e agire di ognuno di noi, ogni qual volta non veniamo soddisfatti circa i nostri desideri oppure quando siamo OGGETTO di momenti complicati che sembra si accaniscano su di noi «piove sul bagnato…».

Il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore. 23 Il faraone voltò le spalle e rientrò nella sua casa e non tenne conto neppure di questo fatto. 24 Tutti gli Egiziani scavarono allora nei dintorni del Nilo per attingervi acqua da bere, perché non potevano bere le acque del Nilo. 25 Sette giorni trascorsero dopo che il Signore aveva colpito il Nilo.

Sette giorni in cui l'intero Egitto è rimasto senz'acqua rappresentano il capovolgimento dei sette giorni iniziali, in cui ha preso forma la creazione che Dio definisce "bella e buona". Sette giorni di vita creatrice contro sette giorni di morte.

2a piaga: le rane

26 Poi il Signore disse a Mosè: «Va' a riferire al faraone: Dice il Signore: Lascia andare il mio popolo perché mi possa servire! 27 Se tu rifiuti di lasciarlo andare, ecco, io colpirò tutto il tuo territorio con le rane: 28 il Nilo comincerà a pullulare di rane; esse usciranno, ti entreranno in casa, nella camera dove dormi e sul tuo letto, nella casa dei tuoi ministri e tra il tuo popolo, nei tuoi forni e nelle tue madie. 29 Contro di te e contro tutti i tuoi ministri usciranno le rane».

Esodo 8

1 Il Signore disse a Mosè: «Comanda ad Aronne: Stendi la mano con il tuo bastone sui fiumi, sui canali e sugli stagni e fa' uscire le rane sul paese d'Egitto!». 2 Aronne stese la mano sulle acque d'Egitto e le rane uscirono e coprirono il paese d'Egitto.
3 Ma i maghi, con le loro magie, operarono la stessa cosa e fecero uscire le rane sul paese d'Egitto.

Il ripetersi dello stesso concetto mi suscita un'altra riflessione: questo "giochino" è molto interessante: il Signore Dio infligge la piaga e le forze del male dimostrano che questo Dio è inefficace in quanto anche il male è capace di fare cose analoghe. E questa modalità la conosciamo molto bene perché il male se noi lo riconoscessimo come male probabilmente saremmo più attenti più distaccati, ma noi il male lo conosciamo come suadente intenzione di vivere al meglio anche senza Dio. Sentite cosa c'è scritto nel Libro della Genesi: «1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 2 La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». 4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». 6 La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.

Ecco vedete, il diavolo-serpente sta dicendo la verità forse un po' esagerando ma è vero, conoscere il bene e il male se noi ne avessimo consapevolezza, contezza e coscienza totale sarebbe un potere enorme. Il serpente non sta mentendo, il serpente però usa il metodo suadente, il metodo di mettere la pulce nell'orecchio di un possibile tranello che Dio ci ha posto. E questo dubbio è il peccato originale quell'imprinting di incertezza di dubbio, ma Dio veramente è dalla mia parte? Ma Dio veramente mi ama? E allora perché succedono tutte queste nefandezze…

4 Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: «Pregate il Signore, perché allontani le rane da me e dal mio popolo; io lascerò andare il popolo, perché possa sacrificare al Signore!». 5 Mosè disse al faraone: «Fammi l'onore di comandarmi per quando io devo pregare in favore tuo e dei tuoi ministri e del tuo popolo, per liberare dalle rane te e le tue case, in modo che ne rimangano soltanto nel Nilo». 6 Rispose: «Per domani». Riprese: «Secondo la tua parola! Perché tu sappia che non esiste nessuno pari al Signore, nostro Dio, 7 le rane si ritireranno da te e dalle tue case, dai tuoi servitori e dal tuo popolo: ne rimarranno soltanto nel Nilo». 8 Mosè e Aronne si allontanarono dal faraone e Mosè supplicò il Signore riguardo alle rane, che aveva mandate contro il faraone. 9 Il Signore operò secondo la parola di Mosè e le rane morirono nelle case, nei cortili e nei campi. 10 Le raccolsero in tanti mucchi e il paese ne fu ammorbato. 11 Ma il faraone vide ch'era intervenuto il sollievo, si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.
12 Quindi il Signore disse a Mosè: «Comanda ad Aronne: Stendi il tuo bastone, percuoti la polvere della terra: essa si muterà in zanzare in tutto il paese d'Egitto». 13 Così fecero: Aronne stese la mano con il suo bastone, colpì la polvere della terra e infierirono le zanzare sugli uomini e sulle bestie; tutta la polvere del paese si era mutata in zanzare in tutto l'Egitto. 14 I maghi fecero la stessa cosa con le loro magie, per produrre zanzare, ma non riuscirono e le zanzare infierivano sugli uomini e sulle bestie. 15 Allora i maghi dissero al faraone: «È il dito di Dio!». Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.

16 Poi il Signore disse a Mosè: «Alzati di buon mattino e presentati al faraone quando andrà alle acque; gli riferirai: Dice il Signore: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire! 17 Se tu non lasci partire il mio popolo, ecco manderò su di te, sui tuoi ministri, sul tuo popolo e sulle tue case i mosconi: le case degli Egiziani saranno piene di mosconi e anche il suolo sul quale essi si trovano. 18 Ma in quel giorno io eccettuerò il paese di Gosen, dove dimora il mio popolo, in modo che là non vi siano mosconi, perché tu sappia che io, il Signore, sono in mezzo al paese!

Dio è un Dio presente sulle nostre strade, nelle nostre case, presente tra gli uomini e tra le donne.

19 Così farò distinzione tra il mio popolo e il tuo popolo. Domani avverrà questo segno».
20 Così fece il Signore: una massa imponente di mosconi entrò nella casa del faraone, nella casa dei suoi ministri e in tutto il paese d'Egitto; la regione era devastata a causa dei mosconi. 21 Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: «Andate a sacrificare al vostro Dio nel paese!». 22 Ma rispose Mosè: «Non è opportuno far così perché quello che noi sacrifichiamo al Signore, nostro Dio, è abominio per gli Egiziani. Se noi facciamo un sacrificio abominevole agli Egiziani sotto i loro occhi, forse non ci lapideranno? 23 Andremo nel deserto, a tre giorni di cammino, e sacrificheremo al Signore, nostro Dio, secondo quanto egli ci ordinerà!». 24 Allora il faraone replicò: «Vi lascerò partire e potrete sacrificare al Signore nel deserto. Ma non andate troppo lontano e pregate per me». 25 Rispose Mosè: «Ecco, uscirò dalla tua presenza e pregherò il Signore; domani i mosconi si ritireranno dal faraone, dai suoi ministri e dal suo popolo. Però il faraone cessi di burlarsi di noi, non lasciando partire il popolo, perché possa sacrificare al Signore!». 26 Mosè si allontanò dal faraone e pregò il Signore. 27 Il Signore agì secondo la parola di Mosè e allontanò i mosconi dal faraone, dai suoi ministri e dal suo popolo: non ne restò neppure uno. 28 Ma il faraone si ostinò anche questa volta e non

lasciò partire il popolo.

La Scrittura riporta in molte parti questo concetto di subdola e falsa azione del demonio, l'abbiamo ascoltata poco fa leggendo il brano della Genesi ma la ascoltiamo anche dal vangelo secondo Matteo (4,1-11)

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10 Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto».
11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.